La tavolozza di Alice Valenti per il Centro storico catanese

A tu per tu con Alice Valenti, candidata Presidente per la Prima Municipalità – Circoscrizione centro PARTECIPA, il movimento cittadino che sta entusiasmando il centro storico etneo con la proposta di  cittadinanza attiva, già diffusa in tutta Europa

di Lucia Russo

Nell’accostarsi ad Alice Valenti, per capire chi sia e da dove venga, l’arte emerge come la sua via maestra.
Un percorso formativo ricco, nutrito anche fuori dalla città etnea, perché, come alcuni tra i suoi coetanei classe 1975, la candidata Presidente della Prima Municipalità (ovvero i quartieri storici ) è tra coloro che sono andati via a vent’anni ma hanno in seguito scelto di rientrare.  Orgogliosa di portare avanti la tradizione del carretto siciliano, così importante per la Sicilia, nonostante gli studi classici e la laurea in Conservazione dei beni culturali, Alice Valenti si definisce anzitutto una pittrice, perché dipingere è ciò che ha sempre fatto e desiderato fare sin da piccola.

Il suo percorso artistico concreto (tavolozza e pennelli) inizia in Sicilia dopo la laurea e vari corsi, nella bottega del Maestro Domenico Di Mauro, grande decoratore di carretti siciliani ad Aci Sant’Antonio. Cinque anni di apprendistato con un artista di grande  levatura oltre che persona vulcanica e carismatica. Per la candidata Presidente di PARTECIPA, un autorevole ed entusiasmante esordio in un settore artistico tipicamente locale, non privo dell’eco genetica di un nonno che scolpiva e costruiva carretti siciliani a Scordia, annoverato – come Domenico Di Mauro – tra gli artigiani che hanno fatto la storia del carretto siciliano.
Nel solco della tradizione regionale per eccellenza, quest’esperienza lavorativa ha segnato l’evoluzione artistica e pittorica di Alice Valenti, rendendola riconoscibile per il modo in cui ha rivisitato e reinterpretato l’apparato decorativo trasmessole dal maestro Di Mauro.

DALLA NASCITA DI PARTECIPA ALLA CANDIDATURA A PRESIDENTE

Sì, mi sento una pittrice e una mamma, conclude quindi  Alice Valenti alla richiesta di presentarsi sinteticamente nella sua veste principale.

  • Che dirci riguardo alla tua esperienza in politica, che interessa gli elettori catanesi a pochissimi giorni dalle elezioni del prossimo 10 giugno?

L’esperienza politica credo covi in ognuno di noi. Ho sempre avuto il desiderio di essere solidale con chi mi stava accanto e di esprimermi nel luogo in cui vivo. Quest’anelito ha trovato riscontro l’anno scorso quando mi sono avvicinata al Centro Polifunzionale Midulla, una struttura di San Cristoforo, occupata da alcune associazioni che organizzano ogni pomeriggio dei laboratori per bambini e mamme del quartiere. Ho deciso di dare il mio contributo nei ritagli di tempo ed ho visto con i miei occhi quanto quel luogo fosse importante per quel contesto sociale. Un anno dopo, quando Gammazita – l’associazione i cui attivisti lavorano al Midulla – insieme ad altre realtà del volontariato e del sociale hanno deciso di unirsi per dare una veste istituzionale a questa attività concreta, ho aderito con entusiasmo. In realtà non mi aspettavo di essere candidata a Presidente, cosa venuta dopo e che mi onora molto, perché si è creato un gruppo eterogeneo nella sua ricchezza di competenze. Ci sono molti laureati che hanno sempre desiderato di poter intervenire nella realtà in cui vivono. È così che è nato PARTECIPA, come una calamita di tutte queste energie positive. Di questa visione, che ci ha accomunato per mesi da sconosciuti, è frutto il programma articolato che abbiamo elaborato negli scorsi mesi, intensi di assemblee, nella visione comune della città dove vogliamo crescere e lavorare. Sono venute fuori tante proposte, delle micro-azioni che è possibile attuare grazie allo strumento della municipalità.

  • Quali associazioni sono quindi protagoniste nella Prima Municipalità?

Il Midulla, il GAPA, l’Arci e vari gruppi di cittadini che ci sostengono.

IL PROGRAMMA DI PARTECIPA PER LA PRIMA MUNICIPALITÀ

  • Chi ha redatto il programma e quali i punti prioritari?

Partecipa è nato da Daniele Cavallaro, uno dei fondatori e volontari dell’associazione Gammazita, che ha realizzato Piazza dei libri, che è tra i promotori dell’ormai noto Festival Ursino Buskers. Io sono stata una delle prime coinvolte, entusiaste di aderire, ma eravamo solo la prima cellula. In realtà, PARTECIPA ha attratto persone e associazioni anzitutto grazie alle passeggiate di quartiere, un momento di osservazione del territorio. Riteniamo che poter intervenire sul contesto sociale e architettonico, richieda un momento di osservazione per prendere atto e conoscenza delle criticità e anche contraddizioni di un quartiere come quello della prima municipalità. Sono partite a febbraio, aperte a tutti, e abbiamo costatato un forte desiderio tra i catanesi di conoscere la propria città e di scoprire i tesori nascosti nel luogo in cui si abita. In quasi due mesi, molte persone si sono fidelizzate e venute a conoscenza di questa lista civica che era ancora allo stadio di idea di aggregazione. Chi ha avuto voglia di trasformare un impegno da civico in politico è stato il benvenuto ed ha partecipato alle assemblee tenute settimanalmente al Centro Midulla.
Da queste riunioni è nato il progetto e si è iniziato a parlare di un programma che vedesse gli ambiti di intervento più importanti, ambiti tematici in cui ognuno ha detto se si sentiva interessato e/o preparato. Da qui la scelta di lavorare in gruppo sul singolo tavolo tematico. Questo è il nucleo del programma oggi distribuito per le elezioni, su temi quali  verde e suolo, vivere e sostenibile, istruzione.

  • In merito alle priorità?

Secondo me, tra queste figura senz’altro l’istruzione. Ci sono due cose che vorremmo fare. La prima è a costo zero, ovvero un servizio pedibus per accompagnare la mattina i bambini a scuola a piedi. Un volontario nominato potrebbe raccogliere e accompagnare un gruppo di bambini del rione, ovviando l’inconveniente che i bambini restino a casa perché i genitori vanno al lavoro molto presto. Servirebbe a combattere l’elusione scolastica.

Un altro intervento propone l’apertura pomeridiana delle scuole, mettendo in rete l’attività di associazioni che operano già nell’assistenza all’infanzia e all’adolescenza. Attività ludiche e sportive, extra didattiche fino alle ore 20 di sera convogliando e organizzando nella sede della scuola. Servirebbe anche a che i ragazzini imparino a rispettarla e ad evitare le aree degradate e a rischio nel quartiere.
Si è pensato inoltre a piccole e grandi cose come la manutenzione di spazi verdi e di gioco. In generale, ogni rione dovrebbe avere punti di riferimento per ogni ambito: la casa di quartiere, lo sportello per la casa, giochi per bimbi, luoghi per anziani. Ogni quartiere deve rispondere ai bisogni necessari di tutti senza che la gente debba necessariamente spostarsi per trovarli altrove. 

  • Come si pone PARTECIPA verso il resto della municipalità cittadina?

PARTECIPA è un fenomeno spontaneo di partecipazione alla vita politica nato dal basso che si sta sperimentando nella Prima Municipalità perché è qui che vivono e operano le persone che l’hanno sognato. Sarebbe auspicabile che le associazioni e i semplici cittadini residenti nelle altre Municipalità sentissero l’esigenza di fare un fronte comune per migliorare la qualità della vita nei propri quartieri. Chissà, anche sotto l’egida di PARTECIPA, se credono di condividere il nostro metodo di cooperazione orizzontale, il confronto costante con il territorio, e i valori di solidarietà, condivisione e sostenibilità alla base del movimento.

  • Tu non hai alle spalle un’esperienza politica e questo è comune agli attivisti dei movimenti partecipativi. Non temi, almeno in parte, che la mancanza di una pregressa esperienza politica (partitica), intesa come attività dentro le istituzioni amministrative, ovvero la conoscenza di tattiche e strategie, possa causarti delusioni?

In questi anni molti di noi si sono interfacciati intensamente con le istituzioni per la realizzazione di progetti di ogni tipo, subendone la farraginosità e talvolta l’abulia. Siamo meno sprovveduti di quanto si possa pensare, e la pluralità di competenze ed esperienze presenti in PARTECIPA è una ricchezza impagabile. Oggi sono io la candidata Presidente del movimento, e farò del mio meglio perché questa mia parentesi politica pianti un seme che verrà annaffiato da altri dopo di me. Mi piace pensare a una staffetta più che a una gara individuale.   

  • Sempre alla pari di PARTECIPA, sei slegata da qualsiasi partito e sindaco, ma hai un orientamento sociologico? C’è qualche movimento partecipativo cui t’ispiri, o vi ispirate, in particolare?

In tutta Europa la sfiducia nei confronti delle istituzioni e dei soggetti tradizionali (partiti e sindacati) si è tradotta nella nascita di una pluralità di pratiche di partecipazione dal basso che rovesciano la consuetudine per cui il popolo non è che un bacino elettorale al quale attingere periodicamente. PARTECIPA ne è un esempio: una nuova concezione della politica che al rapporto diretto della massa con un  leader contrappone una relazione tra i cittadini e una pluralità di soggetti collettivi con un ruolo attivo, partecipativo e consultivo. Senza andar troppo lontano, a Palermo si è recentemente attuato con successo questo schema: le associazioni presenti nel quartiere dell’Albergheria, già protagoniste di interventi di riqualificazione urbana, recupero degli spazi collettivi e pratiche di inclusione sociale, adesso siedono al Consiglio di quartiere. E il consiglio, una volta al mese, si tiene nelle piazze.

  • Torniamo al campo di tua competenza professionale. Riguardo al tema Arte e cultura del programma, cosa s’intende per cultura popolare immateriale?

Per cultura immateriale s’intendono quei saperi tramandati di generazione in generazione, che conferiscono a una comunità un senso d’identità e di continuità. Ad esempio, fanno parte di questo patrimonio la musica, la danza, le usanze, i rituali festivi e le tecniche artigianali tradizionali. Valorizzarli significa rafforzare la coesione sociale e la dignità personale, oltre a creare posti di lavoro e renderci turisticamente attraenti.  Crediamo debba essere compito prioritario delle istituzioni tracciare le linee guida per questo tipo di sviluppo, utilizzando i beni immobili sottoutilizzati e coordinando le energie e le risorse provenienti anche dalle comunità di immigrati residenti in città. Identità per noi significa apertura e scambio.