Il paesaggio effimero di Samantha Torrisi

di Giamina Croazzo (Redazione Incontri. La Sicilia e l’altrove)

Samantha Torrisi © 2018

Si è conclusa il 29 novembre la mostra “ACINQUE un archivio d’immagini e parole sulla Sicilia”. Il progetto espositivo, a cura di Giuseppe Mendolia Calella, si inserisce nel programma Palermo Capitale della Cultura 2018 e ha avuto come cornice l’Oratorio di San Mercurio, con i preziosi stucchi del Serpotta e un pavimento in maiolica settecentesco.
Nell’aula dell’Oratorio i visitatori hanno potuto sfogliare 40 libri d’artista, accomunati dallo stesso formato A5 (148 x 210 mm), da cui deriva il nome del progetto. Una raccolta di segni e immagini sulla Sicilia che è il primo esito di una open call (http://www.balloonproject.it/opencall_a5/) sempre aperta e che vedrà l’archivio arricchirsi sempre più e diventare itinerante.

Foto d'archivio Attraverso
Foto d’archivio Attraverso

Ai partecipanti, artisti visivi, operatori culturali, curatori e addetti ai lavori, è chiesto di approfondire, attraverso testi, disegni, immagini, collage, fotografie, uno dei temi che maggiormente esalti il valore culturale ed artistico della Sicilia.
Tra i lavori di Palermo un libretto di Samantha Torrisi, l’artista catanese che si distingue in una visione del paesaggio impregnata di emozioni, esperienze personali e contaminazioni audiovisive. Un lavoro sul paesaggio, il suo, che può essere considerato, come scrive Ivan Quaroni curatore della sua ultima personale, “una forma di autoritratto attraverso i luoghi, un auto-paesaggio, insomma, capace di tradurre scenari e vedute dei dintorni di Catania in un malinconico lessico visivo costruito, più che sugli elementi topografici (colline, pianure, spiagge e strade), sulle mobili fondamenta delle emozioni”.
Per ACINQUE Torrisi ha scelto un’edizione a tiratura limitata con cinque paesaggi stampati su una carta ruvida che ricorda la trama della tela. Dodici pagine e copertina con il titolo “Studio sul paesaggio effimero”. Le rivolgo alcune domande.

Foto di R. Fernandez
Foto di R. Fernandez

Perché effimero?
L’effimero, oltre ad essere uno degli aspetti del paesaggio, in generale, per le sue caratteristiche mutevoli dovute alle stagioni, agli eventi naturali, sociali, all’intervento dell’uomo, esprime anche una proiezione sensibile che come tale è destinata a cambiare e a finire.
Nel libretto presentato per il progetto ACINQUE ho raccolto le tracce di alcuni paesaggi siciliani. Si tratta dei bozzetti preparatori di alcuni dei miei dipinti ad olio su tela realizzati tra il 2017 e il 2018, ormai scomparsi perché cancellati successivamente dalla sovrapposizione degli strati di colore durante la lavorazione (da qui il titolo “Bozzetti effimeri”). Il paesaggio ha subìto un mutamento ed ha assunto un aspetto diverso attraverso le varie fasi di lavorazione del quadro. In questo piccolo libro rivive così quella suggestione iniziale -diventata poi altro- più  gestuale e che ne coglie i tratti essenziali e primitivi.

Qual è il significato del colore per te e come hai scelto i colori per i cinque paesaggi del libretto?
I colori che ho scelto sono quelli che principalmente caratterizzano i toni della mia pittura, come il Giallo di Cadmio, l’Ocra o il Blu di Prussia e il Magenta. Il fondino che passo sulla tela da la dominante che io voglio per il dipinto. Influisce quindi sulla tonalità, sulla luce, anche se viene poi completamente coperto dagli altri colori e, apparentemente, non si vede più.

Foto di R. D'angelo
Foto di R. D’angelo

Perché hai deciso di rispondere alla open call del curatore Giuseppe Mendolia Calella?
Il libro d’artista era un’esperienza con cui non mi ero mai confrontata nello specifico, così, oltre a rispondere all’invito di Giuseppe (che qualche anno fa ha curato anche una mia personale) ho colto l’occasione per realizzare qualcosa che potesse accomunare la mia ricerca sul paesaggio con quella del tema della call utilizzando un mezzo diverso: una stampa a tiratura limitata di 30 copie su carta Rembrandt Acquerello Stucco. Una piccola testimonianza sulla Sicilia attraverso la mia visione del paesaggio.

Il tuo lavoro è intriso di suggestioni letterarie, cinematografiche, musicali. Ti va di accoppiare ad ognuno dei tuoi “paesaggi effimeri” una citazione?
Una per tutti: “Non importa quello che stai guardando, ma quello che riesci a vedere”. (Henry David Thoreau)

Alla fine del libretto scopriamo che il progetto avrà una continuazione. Puoi anticiparci qualcosa?
Diciamo che questi bozzetti tracciano le basi di un nuovo percorso che comincia a prendere vita anche fuori dalle pagine di questa edizione (continua…)

Riponendo sullo scaffale della libreria il lavoro di Samantha Torrisi ripenso a quei cinque paesaggi che non ci sono più. Li custodisce un libretto stampato in formato A5.

Foto di R. D'angelo
Foto di R. D’angelo