Intervista alla Primaria Compagnia dell’Opera dei Pupi di Caltagirone

Teatro Stabile dei Pupi Caltagirone

Dove si trova la Primaria Compagnia dei Pupi siciliani di Caltagirone?
Nel cuore del centro storico di Caltagirone, in via Verdumai presso il Teatro Stabile dei Pupi vive ancora un’antica tradizione siciliana quella dell’opera dei pupi. Quest’arte oggi è tramandata dalla  compagnia grazie alla famiglia Piazza e ai  fratelli Pepe. Entrando in un portone di legno si apre il mondo dei pupi siciliani, i cartelloni dei passati spettacoli ci accolgono con dei colori vivaci, cartonati dipinti a mano con acquerelli, tempera e pastelli ammorbiditi da una platina di polvere che ci restituisce una cultura popolare oggi dimenticata. Il presidente della compagnia Eugenio Piazza ci dice subito che l’opera è in decadenza, prima la radio poi il cinema, la televisione e oggi tutti i social fanno da padroni nei divertimenti del popolo, perché l’opera era lo svago del popolo, il luogo d’incontro tra amici.

Pupi della Compagnia

Quando nasce la compagnia?
Correva il 1918, quando nasceva la compagnia dei Pupi Siciliani a Caltagirone, per poi prendere il nome di “Primaria compagnia dell’opera dei pupi siciliani di Caltagirone” un nome più tecnico perché siamo stati i primi a Caltagirone a fondare l’opera dei pupi.
La compagnia ha origine con Don Giovanni Russo, analfabeta ma dall’intelletto fino, conosceva le storie dei Paladini di Francia e ne inventò anche di nuove, con l’aiuto del genero Gesualdo Pepe creò dei canovacci, costruì circa sedici pupi per un primo spettacolo, da ricordare che ogni pupo cambiando la testa può interpretare altri dieci personaggi.
Il teatrino dell’opera dei pupi è un piccolo laboratorio artigianale che tocca le arti più nobili e umili del folclore siculo, molti dei pupi furono costruiti e pitturati da sapienti mani artigianali, quelle del Signor Salvatore Failla “Il Costruttore dei pupi”.

I pupi siciliani hanno bisogno di cure specifiche?
I pupi ancora oggi quando vanno in scena, proprio come i veri attori, hanno bisogno di truccatori e parrucchieri. I pupi sono un po’ vanitosi, per mantenere il loro splendore hanno bisogno di essere curati. Necessitano di restauri periodici e trattamenti specifici perché sono in legno, le armature devono essere lucidate, non dimentichiamo che ogni paladino porta un’anima dentro e con lui si muovono i valori della patria, del sacrificio e dell’amore.
L’opera dei pupi oggi da chi è apprezzata e chi è il pubblico di riferimento?
Nonostante i Paladini non vadano più di moda, questa è la tradizione e la storia della nostra terra, non può essere cancellata se vogliamo sopravvivere. L’opera dei pupi vive nei ricordi dei giovani trentenni che raccontano di giornate trascorse con i nonni al teatrino dei pupi, il temuto Orlando, la dolce Angelica, il fiero Carlo Magno e tutti i paladini legano le generazioni odierne alla memoria dei cari, non possiamo depennare dal presente e dal futuro l’opera dei pupi.

Quando andate in scena?

Ormai poche volte all’anno, quando le scuole ci contattano per fare degli spettacoli, grazie al centenario però vogliamo proporre nuove iniziative che coinvolgono la città e i cittadini.
Per il centenario della compagnia, che ricorre quest’anno, si festeggia con l’apertura della Mostra Museo dei Pupi Siciliani, presso la Vecchia Pescheria in via Verdumai a Caltagirone e con gli spettacoli nei giorni del 13/14/ 15/ 16 dicembre.
La compagnia si riunisce con l’oratore Eugenio Piazza, le voci femminili di Stefania Piazza e Rossella Pepe, i manovratori Giuseppe e Michele Piazza e i fratelli Pepe, i costumi e il make up di Da Paro Teresa e Giuseppina Mangano.
Per informazione sugli spettacoli contattare il responsabile di segreteria Francesco Schiavone al numero: 3664455170 su FB “Primaria Compagnia dell’Opera dei Pupi Siciliani di Caltagirone”.

Perché coltivare ancora quest’arte?
Nell’opera dei pupi siciliani il manovratore e l’oratore devono entrare dentro il pupo, in essi c’è un’anima, soffrono la solitudine e l’abbandono per questo chiediamo a tutti di aiutarci affinché tutte le compagnie di cultura popolare non vengano dimenticate e questi eroi del passato possano combattere, morire, fare giustizia e innamorarsi per continuare a colorare con le loro gesta la fantasia di grandi e piccini.